Anche senza saperlo potresti avere UNA o PIU’ intolleranze alimentari.
Infatti alcuni cibi possono provocare:
– mal di testa
– dolori allo stomaco
– appesantimento nella digestione
– depressione
– alternanza di peso
– eruzioni cutanee
– alitosi
– palpitosi cardiache.
COME SCOPRIRNE IL PERCHE’?
CREAVUTEST
Questo tipo di diagnostica è utilizzata da alcuni decenni in Europa e negli Stati Uniti. Si è sviluppata a partire dalle osservazioni dell’elettroagopuntura secondo Voll sulle variazioni del potenziale elettrico in relazione al contatto con alimenti intolleranti. Ha il suo presupposto teorico nella “Medicina funzionale” che si propone come sintesi fra lo studio del mesenchima e dei sistemi di regolazione endogeni, la visione energetica dei meridiani attinta dalla medicina tradizionale cinese e le concezioni dell’omeopatia a costituire un potenziale “ponte” fra Medicina Tradizionale e Complementare.
Il presupposto teorico fondamentale è che è possibile leggere i potenziali elettrici cellulari, tissutali e distrettuali e che dalla variazione di questi e dalla rapidità di trasmissione dello stimolo elettrico è possibile ricavare indicazioni sul corretto funzionamento metabolico dei distretti interessati.
Il funzionamento del CREAVUTEST sfrutta la tecnologia elettronica applicata alla fisiologia umana utilizzando la Bioenergia tissutale per valutare l’assetto e il bilanciamento energetico dell’ individuo testato verso sostanze ingerite e/o inalate. Tale energia è possibile individuarla in vari modi. Nel Creavutest viene misurata sui meridiani delle dita delle mani, meridiani che costituiscono la mappa (secondo la Medicina tradizionale cinese) corrispondente agli organi interni (nel caso del punto ungueale del dito indice, utilizzato dallo strumento, l’organo testato è l’intestino crasso).
BIOTRICOTEST
Il metodo è basato sul principio della biorisonanza.
Gli strumenti utilizzati effettuano una verifica di risonanza tra il campione di capelli (grazie alla sua struttura il capello mantiene memoria della caratteristiche spettrali) e le frequenze che contengono le informazioni spettrali degli alimenti.
In pratica, la misura viene effettuata ponendo contemporaneamente in un circuito il campione dei capelli, opportunamente trattato, e ciascuna frequenza di interesse.
Quando gli strumenti forniscono l’indicazione di interferenza, si deduce che vi è sovrapposizione di fase tra il campione e la sostanza inserita in circuito.
Ciò consente di ricavare informazioni puntuali sui segnali con cui il sistema biologico è in dissonanza, cioè con gli alimenti che sostengono dei disturbi.
Oggi tramite la farmacia è possibile, grazie al Biotricotest, con un piccolo quantitativo di capelli, rilevare l’alimento non tollerato dal nostro organismo.